Mani, radici e olio d'oliva
[🌊 BluMed #20] Di ulivi e tradizioni millenarie, di fatica e ricompense
Nel ciclo annuale del Mediterraneo, queste sono le settimane della raccolta delle olive. Te ne parlo perché a mio avviso è uno dei momenti più belli dell’anno. Merito anche di mia madre che mi ha raccontato più volte la fatica che comporta, le lunghe giornate con le mani gelide e nere, ma anche il piacere della ricompensa.
È come se lo associassi a una magia che si rinnova. Una pianta esile, che sembra fragile ma in realtà è molto resistente, le mani di famiglie che da generazioni sfidano freddo e gelo per raccogliere i frutti di una stagione, l’oro liquido che ne deriva e arriva sulle tavole di tutto il mondo.
Ti lascio a un nuovo racconto mediterraneo e a qualche info pratica.
Buona lettura!
Mi sveglio prima dell'alba, quando il buio è ancora denso. Le mie foglie argentate tremano nell’aria pungente dell’autunno. Sono un ulivo centenario, per alcuni il guardiano silenzioso delle coste, e questo è il momento che aspetto tutto l'anno.
I primi rumori arrivano con la luce. Il motore di un vecchio furgone che sale la collina, voci assonnate, il tintinnio di scale metalliche. La famiglia è qui per la raccolta delle olive, come ogni anno da generazioni.
Il nonno e i più grandi stendono le reti sotto i miei rami con gesti misurati. "Quest'anno è una bella annata", mormora il vecchio accarezzando la mia corteccia nodosa, come a ringraziarmi. Le sue mani sono scure e rugose quanto il mio tronco.
I giovani salgono sulle scale. Le loro dita pettinano i miei rami con movimenti ritmici, antichi. Le olive cadono come una pioggia verde, viola e nera, alcune sembrano già lucide d'olio. Ricordo quando il nonno era bambino e faceva lo stesso gesto, imitando suo padre.
Una donna prepara il caffè su un fornelletto da campo. L'aroma si mescola all'odore pungente delle olive. Da lontano, di collina in collina, giunge il rumorio degli altri uliveti. E a metà mattina arriva anche il vento dal mare. Porto con me il sapore del sale, che dona personalità alle mie olive.
La più piccola della famiglia raccoglie quelle cadute fuori dalla rete. "Nonna, questa è viola!" esclama. La donna sorride: "Quella è la cultivar dei nostri nonni. Ce ne sono sempre meno."
Il sole è alto quando si fermano per pranzo. Pane, formaggio e le olive dell'anno scorso. La bimba ascolta le storie del nonno sulla nevicata del '56 che gelò molti ulivi. "Ma noi sopravvivemmo", dice toccando le mie cicatrici.
Nel pomeriggio le cassette sono piene. Il profumo delle olive fresche si fa intenso. Un merlo si posa sui miei rami più alti, cercando gli ultimi frutti. Anche lui fa parte di questo rituale.
Al tramonto, la famiglia raccoglie gli attrezzi e ripiega con cura le reti. "Domani pioverà", dice il nonno guardando il cielo, "dobbiamo finire l'altro filare". La nipotina accarezza la mia corteccia: "Grazie", sussurra, come le ha insegnato la nonna.
Resto solo nel crepuscolo, più leggero. Le mie olive diventeranno olio nuovo, l’oro che illumina le tavole del Mediterraneo. Ho visto centinaia di raccolti, ma ogni anno è diverso, ogni anno è speciale. E mentre la luna sorge, le mie radici affondano un po' di più in questa terra che sa di storia e di mare.
La raccolta delle olive nel Mediterraneo
La realtà dietro il romanticismo di uno dei momenti più affascinanti dell’anno. Ecco qualche info più pratica sulla raccolta delle olive nel Mediterraneo.
Periodo: tradizionalmente tra ottobre e dicembre, con variazioni a seconda della zona, l'altitudine e la varietà. Alcune regioni iniziano già a settembre, altre proseguono anche a gennaio.
Tecniche di raccolta:
- Brucatura: la tecnica più antica e delicata. Le olive vengono staccate una a una, direttamente dai rami. Non danneggia i frutti né la pianta, ma richiede molto tempo e manodopera.
- Bacchiatura: tecnica tradizionale che prevede di battere i rami con bastoni per far cadere le olive.
- Pettinatura: si usano “pettini” (manuali o meccanici) che passano tra i rami facendo cadere le olive.
- Scuotitura o raccolta meccanica: scuotitori agganciano il tronco o i rami principali, provocando vibrazioni che fanno cadere le olive. Usata principalmente in oliveti intensivi con varietà specifiche e alberi giovani.
- Raccattatura o raccolta a caduta naturale: la meno usata, prevede la raccolta delle olive cadute spontaneamente. Economica, ma i frutti potrebbero essere troppo maturi o danneggiati.
Cultivar: in Italia ci sono oltre 500 cultivar di olivo. Un dato che rappresenta circa il 40% delle varietà presenti al mondo.
Patrimonio culturale: molti ulivi secolari sono protetti come monumenti naturali ed esistono ancora uliveti millenari produttivi.
Sostenibilità: l’ulivo contribuisce a prevenire l'erosione del suolo e intorno a lui si crea un habitat fondamentale per la biodiversità locale.
Impatto economico: il bacino del Mediterraneo ospita il 98% di tutti gli uliveti esistenti al mondo e da questa regione proviene il 97% della produzione globale di olio d'oliva.
La notizia - Nel Canale di Sicilia gli ultimi squali bianchi del Mediterraneo. Lo studio del dna ambientale sta permettendo di scovare le tracce di questa specie in via di estinzione. Monitorare la presenza dello squalo bianco è il primo passo per tutelarlo.
L’attività - 35.000 cassette di polistirolo in meno in mare. Gli ottimi risultati della campagna “Bluefishers” di Marevivo a Viareggio.
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