Un mare di suoni
[🌊 BluMed #16] Mare Nostrum in musica: viaggio sonoro tra le onde del Mediterraneo con Samantha Colombo
Ciao!
Da un po’ di tempo mi frullava nella testa l’idea di parlare dei suoni del Mediterraneo. Ma non è semplice, perché l’argomento è vasto e richiede sicuramente più approfondimenti. Solo che se non si fa il primo passo, non si va da nessuna parte! E così ho chiesto aiuto a chi ne sa più di me in materia.
Nelle righe successive, - autrice di
, la newsletter che racconta il mondo attraverso la musica - ci porta in viaggio tra le onde sonore del Mediterraneo.Buona lettura e buon ascolto!
Quando gli archi iniziano a suonare, sta accadendo un miracolo: sul palco della Scala di Milano, in una sera d’inverno, le note di Bach sono intonate da strumenti costruiti con il legno di barconi dei migranti. È un concerto che va oltre la musica, quello dell’Orchestra del Mare: un racconto di speranza.
Il Mediterraneo è un mare di storia e popoli, ma anche un mare di suoni. Le sue musiche, plasmate da millenni di incontri e influenze, rappresentano un patrimonio immenso, che nasce tra avventure di marinai e mercanti, di pellegrini e guerrieri, di popoli che si sono mescolati, separati e poi riuniti nel corso dei secoli. Frammentato da tensioni politiche ed economiche, nel suo bacino la musica da sempre è un simbolo di dialogo.
Diaspore, migrazioni e scambi commerciali hanno contribuito a diffondere suoni e melodie, creando una fitta rete di influenze che si ritrova in generi differenti, dal flamenco spagnolo al rebetiko greco, dalla tarantella italiana al maqâm arabo.
La consapevolezza di una storia antica e di una natura ibrida emergono ad esempio nell’esperienza dei Nu Genea, che mescolano strumenti a corda arabi, percussioni del nordafrica e diversi idiomi, tra cui il dialetto napoletano, in dialogo con l’elettronica; le canzoni in siciliano dei Crimi scivolano poi nel raï algerino; ancora, il trio bolognese dei FusaiFusa, di origini tunisine e curdo-siriane, fonde le tradizioni afro-mediorientali coniando uno stile nuovo e citando il maestro Franco Battiato.
Inoltre, le mappe sonore del Mediterraneo sovvertono la rigidità dei confini. La musica diventa un potente strumento di interazione; le voci e i suoni raccontano storie di memoria, incontro e accoglienza, offrendo l’occasione per un futuro di dialogo.
Basta ascoltare la Med’Set Orkestra, un ensemble che riunisce musicisti provenienti da tutto il bacino, o ancora l’Ensemble Savali, con le tradizioni berbera, afghana, sefardita, bizantina e italiana: due realtà che rappresentano un viaggio sonoro in grado di annullare lo spazio e il tempo.
Ancora, la tradizione orale, tramandata di generazione in generazione, ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare le identità culturali, come per Najat Aâtabou che, citata anche dai Chemical Brothers, nei suoi brani canta la condizione di vita delle donne marocchine; oppure l’immenso patrimonio dei canti delle donne palestinesi, come quelli raccolti e reinterpretati dalla cantautrice e compositrice palestinese Sanaa Moussa.
Infine, per tornare in Italia, lo scorso inverno il Laboratorio Cantami di Te, a Fermo, ha riunito persone richiedenti asilo e abitanti del luogo, invitandole a insegnare e imparare a vicenda canti tradizionali delle rispettive culture, in un perfetto equilibrio.
Se da un lato una vera collaborazione mediterranea fatica a realizzarsi su molte questioni vitali, come la lotta alla crisi climatica o le politiche a sostegno delle persone migranti, e i conflitti che si affacciano sulle sue sponde sembrano insanabili, la musica offre una prospettiva diversa: non si cura di una linea tracciata su una carta, anzi favorisce l’incontro, suggerisce la curiosità e impone l’accoglienza nonostante tutto; è una base per imparare, in qualche modo, a vivere insieme.
PS: I suoni si raccontano, ma soprattutto si ascoltano. E così ho chiesto a Samantha Colombo di regalarci una playlist con gli artisti di cui ci ha parlato. Un modo per dare un sottofondo alle parole di questa puntata di Blu Mediterraneo e per scoprire suoni nuovi da portare al mare con noi. Buon ascolto!
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Dispacci da non perdere. Per approfondire quanto scritto da Samantha, qui trovi la sua intervista al gruppo bolognese dei FusaiFusa. Mentre qui puoi scoprire di più sull’artista palestinese Sanaa Moussa.
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